L’essermi decisa di seguire il percorso di formazione con ICA dimostra in sé il valore che do all’etica di ICF e tra tutte le competenze ICF, quella che sento più mia e che ho notato – sia come coach che come coachee – mi sta più a cuore è l’ascolto. L’ascolto attivo, come viene chiamato da ICF. Io lo chiamo un ascolto dal cuore.
L’ascolto dal cuore dal mio punto di vista come coach rispecchia in tutto la definizione di ICF: ascoltare attentamente il cliente senza pregiudizi e senza l’intento di dare suggerimenti o consigli. Ciò significa ascoltare attentamente e captare le sue espressioni. Per me però è importante che il mio ascolto venga dal cuore. Ciò significa per me non solo usare l’udito per captare attentamente il linguaggio verbale del coachee, bensì ascoltarlo con tutti i sensi e percepire anche ciò che dice il suo cuore, a volte attraverso il linguaggio verbale, a volte anche attraverso gli altri sensi.
Trovo che dal punto di vista del cliente e coachee sia altrettanto importante ascoltare soprattutto noi stessi dal cuore. Cosa vorremmo dire a noi stessi dal profondo del nostro cuore? Della nostra anima? Il coach ci aiuta a trovare le risposte giuste per noi, usando il suo cuore per aiutarci ad ascoltare il nostro.
Vedo questo posto segreto, intimo in noi come la Stanza delle Necessità resa nota dai libri su Harry Potter: la stanza viene descritta come un luogo in cui una persona può entrare solo quando ne ha davvero bisogno. A volte c’è, e a volte non c’è, ma quando appare, è sempre attrezzata per le esigenze del ricercatore. Chi è alla ricerca della stanza si trova a passeggiare attentamente lungo il corridoio e solo se fa bene attenzione gli si presenta la porta di entrata. Per me questo è l’ascolto dal cuore e per questo motivo io come coach offro al cliente il mio supporto nel trovare la sua personale stanza magica delle esigenze. In fondo, tutto sommato, siamo tutti in un modo o nell’altro esseri magici e speciali.
Silvia Piaia
Italian Coach Campus – Certified Bilingual Program