Che cos’è per te il coaching? Audra Bertolone intervista Katia Melazzi
Quando hai sperimentato un cambiamento di prospettiva?
Di cosa hai avuto bisogno per cambiare il tuo punto di vista?
Noi non vediamo la realtà, ma la nostra percezione della realtà filtrata attraverso i nostri valori, credenze, esperienze ma anche semplicemente lo stato d’animo in cui ci troviamo in un preciso momento.
In genere, poche cose sono intrinsecamente buone o cattive. Siamo noi che, attraverso il nostro modello unico del mondo, attribuiamo un significato agli eventi. Quando cambiamo i filtri con cui interpretiamo le varie situazioni si modifica anche il loro significato e il modo in cui possiamo affrontarle. Allo stesso modo, conoscere la nostra prospettiva ci permette di avere una maggiore consapevolezza su come prendiamo le nostre decisioni, piccole o grandi che siano.
Quando a settembre dell’anno scorso ho deciso di iniziare il programma con ICA dentro di me sentivo che sarebbe stato un percorso di crescita personale. Quello che invece non sapevo è che mi avrebbe fatto riscoprire interessi e passioni che avevo trascurato nel corso degli anni presa dall’impegno a ricostruire, ad ogni espatrio, le strutture e i supporti per vivere bene la mia vita quotidiana e fare sentire “a casa” la mia famiglia.
Ma ciò che mi ha colpito profondamente quando ho cominciato le sessioni di mentor e peer coaching è stata la forza straordinaria che uno sguardo diverso sulle cose può generare nella nostra consapevolezza. Possiamo anche scegliere di cambiare la nostra prospettiva in qualsiasi momento attraverso il processo di reframing in cui provochiamo un cambiamento nella nostra conoscenza. Questo non solo ci aiuta a guardare ad una determinata situazione in modo completamente diverso, ma ci offre l’opportunità di avere una gamma più ampia di opzioni di scelta rispetto al punto iniziale quando pensavamo di essere bloccati.
Alcuni dei filtri che abbiamo sviluppato nel tempo ad un certo punto ci possono penalizzare e impedire di essere e/o fare ciò che vorremmo e diventano depotenzianti. In questo caso, riconoscere la prospettiva che ci fa sentire bloccati per poi riformularla può essere uno strumento davvero potente. Durante alcune sessioni di coaching con i miei compagni di studio ho potuto identificare le prospettive non più funzionali per me e modificarle per dare spazio a nuovi e potenzianti modi di vedere la realtà e affrontare il cambiamento con rinnovata energia.
Grazie all’ascolto attivo e alle sue domande potenti, la mia prima coach mi ha invece supportato a pensare al di fuori dei “confini abituali” e realizzare che sono davvero poche le situazioni irrisolvibili. A volte basta cambiare un punto di vista per accorgersi di poter intraprendere una o più vie alternative, rimettersi in gioco o imparare nuove regole del gioco. Per trovare l’entusiasmo e il sostegno necessario a lanciarsi in nuovi progetti professionali o la motivazione a costruire relazioni interpersonali significative anche se ogni due anni in media si lascia tutto e tutti per trasferirsi in un nuovo paese.
Questo mi ha dato l’opportunità di trarre il massimo dalla mia ultima esperienza di espatrio pur con la consapevolezza che anche la scelta e i tempi della prossima destinazione non spetteranno a noi, ma all’azienda per cui lavora mio marito. E quando succederà si ricomincerà da capo – un’altra volta – con curiosità, ottimismo e quel pizzico di incoscienza che ti permette di gestire con serenità le difficoltà insite in questo tipo di vita e continuare a vedere il futuro in una prospettiva positiva.
Katia Melazzi
Italian Coach Campus – Certified Bilingual Program