A Research Paper By Loulia Kayali, Mental Coach, ITALY
Ascoltare per Crescere
Diceva Epittèto[1]:“Dio ci ha dato due orecchie, ma soltanto una bocca, proprio per ascoltare il doppio e parlare la metà”. Nonostante questa frase sia letteralmente vera, quello che intende evidenziarequiè piùl’importanza dell’ascolto profondoche il semplice ascoltare soltanto per udire.Nella maggior parte dei casi, l’uso che facciamo dell’orecchie sembra essere inferiore rispetto a quanto usiamo la bocca.
Quello che sappiamo è che ogni persona desidera essere ascoltata e che la maggior parte delle persone crede di saper ascoltare, ma in realtà, ho notato che siamo quasi meno interessati ad ascoltare. Intendo l’ascolto completo a 360 gradi.Sapete come si chiama? L’ascolto attivo.Insomma la frase di Epittèto mi ha invita a riflettere oltre,e cosi che mi sono venute in mente queste domande; Quanto veramente possiamo oppure sappiamo rimanere in silenzio e dare precedenza all’altro per parlare? Cosa ascoltiamo? ese cosi difficile ascoltare, cosa ci impedisce di farlo?
Fare silenzio e mettersi ad ascoltare l’altro è complicato. Fare silenzio non significa rimanere zitti, questo è un silenzio esterno. Invece il silenzio a cui mi riferisco è quel spazio di quiete, ricco e creativo, che ci aiuta a crescere e a relazionarci con chi ci parla. In questoarticolo vorrei argomentare cosa significa ascoltare attivamente e cosa bisogna ascoltare esattamente, e quale sarebbe il beneficio dell’ascolto attivo.
Partendo dal presupposto che parlare e ascoltare sono due componenti fondamentali per la comunicazione e che in qualche modo sono simmetrici e complementari, sembra che venga data un’importanza maggiore ad un’attività piuttosto che all’altra. Fin da piccoli, infatti, impariamo a parlare, esprimerci, a trasmettere informazioni, fino ad arrivare all’arte di negoziare, mentre non impariamo ad “ascoltare” ma, anzi, lo percepiamo come un comportamento passivo. Nessuno ci insegna come ascoltare o cosa significhi ascoltare, ne quale sia il modo per imparare ad ascoltare.
Ma se ci fosse un modo?
La comunicazione è un’attività fondamentale per l’essere umano per trasmettere informazioni. Oltre alla semplice idea del passaggio di un’informazione da un mittente ad un ricettore, la comunicazione è un mezzo sociale che serve all’individuo per relazionarsi con chi lo circonda. Ha un impatto significativo sulle nostre relazioni personali, sulla nostra vita professionale, persino sul nostro rapporto con la tecnologia insomma sul contatto con il mondo intero. La parola comunicazione deriva dal termine latino “communicare” che significa condividere con gli altri opinioni, pensieri, sensazioni e sentimenti. Fondamentalmente, l’efficacia di una comunicazione si evince dalla qualità delle relazioni con le altre persone perchè una comunicazione scarsa genera conflitti sia nella vita privata che in quella professionale.
“Non si può non comunicare”, è la famosa phrase del primo assioma della comunicazione (èimpossibile non comunicare) secondo Paul nel suo libro “Pragmatica della comunicazione umana”. Essa riferisce pure al comportamento dell’individuo. La verità che noi non smettiamo mai di comunicare anche quando stiamo in silenzio, e ogni atto che facciamo può comunicare qualcosa. Da questo assioma su cui si fonda la base assoluta delle relazioni tra le persone, derivano tutti gli altri…e l’ascolto attivoè una forma di comunicazione.
Ma l’ascolto èun bisogno o una scelta?
“Ascoltare qualcuno vuol dire aiutarlo a spiegarsi da solo” (Patrice Ras[2], 2016, P. 11 ). Ascoltare non significa necessariamente dedicare tanto tempo alle rimostranze dell’altro.L’Ascolto non ha la finalità di rispondere all’altro, neppure il cercare di aver ragione o dare consigli. Ascoltare, invece, è un modo per dare al nostro interlocutore la possibilità di affrontare i propri problemiche sorgono dai soliti eventi quotidiani. Perciò l’ascolto non è un bisogno,èuno sforzo oltre ad essere una competenza relazionale. Ascoltare è una vera e propria arte.
Infatti, nel libro: “L’arte di Ascoltare”, Ras discusse l’importanza dell’ascolto non solo per chi ascoltiamo ma anche per noi stessi considerandolo come un mezzo essenziale che ci permette di ottenere tante cose; tipo ottenere informazioni, decidere meglio, sviluppare se stessi, influenzare l’altro, e anche parlare meglio si impara ascoltando gli altri. Uno dei motivi fondamentali dell’ascoltoè:essere ascoltati,e ne abbiamo tanto bisogno!
Quando le persone sono ben ascoltate anche loro tendono ad ascoltarsi con piùcura, e a chiarire esattamente cosa stanno provando e pensando. In altre parole, le persone tendono ad ascoltarsi di più l’un l’altro, e diventano meno polemiche e piùaperte a comprendere altri punti di vista. L’ascolto aiuta inoltre le persone ad evitare di criticare le idee dell’altro, e di conseguenza l’individuo è capace di vedere le proprie idee per quello che sono realmente e non per come le vede nella sua ottica.
Ascoltare l’altro ci aiuta a capirlo e a dargli lo spazio per esprimersi e per sfogare le emozioni negative e le tensioni accumulate dandogli sollievo e soddisfazione. Tutti gli esseri umani hanno bisogno di essere ascoltati e compresi, accettati e riconosciuti. Soddisfare questo bisogno aiuta la persona ascoltata a sbloccarsi e favorisce la ricerca di possibili soluzioni ai propri problemi.
Cosa significhi l’ascolto attivo e quale sarebbe il suo impatto sugli altri?
Ribadisco cheascoltare non è il sentire oudire soltanto le parole. La capacità di ascoltare è un potente strumento di comunicazione che ci consente di entrare in sintonia con gli altri e migliorare molto le nostre relazioni. Ci consente di mantenere la nostra mente aperta e creare empatia. Un bravo ascoltatore ha più possibilità di successo nella vita, esprime interesse nei riguardi degli altri e attira maggiormente gli altri a sé.
Tante persone pensano che l’ascolto sia un’attività passiva perchè ritengono che stare semplicemente ad ascoltare l’altro non gli comunichi niente di utile. In realtà, è il contrario poichè impegnarsi ad ascoltare l’interlocutore è una forma di rispetto nei suoi confronti che gli permette anche di aprirsi e fidarsi di noi, in più gli stiamo comunicando il nostro interesse in ciò che dice e sente.
I’m interested in you as a person, and I think that what you feel is important. I respect your thoughts, and even if I don’t agree with them, I know that they are valid for you. I feel sure that you have a contribution to make. I’m not trying to change you or evaluate you. I just want to understand you. I think you’re worth listening to, and I want you to know that I’m the kind of a person you can talk to. (Rogers C., 2015, P.11).
Come ogni comportamento che crea un effetto reciproco anche l’ascolto è un comportamento contagioso. Questo significa che quando trattiamo le persone in modo aggressivo riceviamo in cambio aggressività, ascoltandoli invece gli insegniamo ad ascoltarci. In questa maniera, oltre ad essere un comportamento costruttivo l’ascolto promuove la trasmissione delle informazioni perché permette all’interlocutore di esprimersi assecondando i suoi tempi senza sentirsi stressato. Per questo, l’ascolto ha un’influenza molto positiva sul miglioramento della comunicazione tra le persone, semplicemente,perché risolve un malinteso legato (quasi sempre) a una mancanza dello stesso. Infatti, èsufficiente ascoltare bene l’interlocutore per capire e chiarire ogni malinteso. Ascoltare aiuta a gestire e risolvere i conflitti che, in genere, sono creati da un accumulo di fraintendimenti.
I Freni dell’ascolto
Per essere degli ascoltatori effettivi, è necessario avere l’empatia e un interesse sincero verso l’oratore vistola scelta che facciamo di ascoltare rinunciando al controllo e alla soddisfazione di esprimerci.Dando all’altro la libertà di raccontarsi e l’opportunità di guidarci nel suo mondo,è una forma di un’autentica curiositàperché se fingiamo l’interesse l’altra parte lo percepirà rapidamente, consciamente o inconsciamente, e non si esprimerà più liberamente.In questo caso, creaiamo più blocchi e difficoltà che aiuto.
Sembra logico e facile, ma non lo è considerando che siamo essere umani e la nostra mente ci influenza e comanda la nostra capacità di comunicare e ascoltare. Come ci influenza?
Il primo e il più saliente freno in assoluto che ci impedisce di ascoltare l’altro è il nostro EGO (S1). Spesso infatti vediamo le cose attraverso i nostri filtri personali e non come sono realmente. Il nostro ego si manifesta in molti aspetti della natura umana, nel desiderio di avere ragione o avere l’ultima parola, nel bisogno di essere importanti che ci impedisce di accogliere l’altro e di dargli l’attenzione necessaria. Siamo molto presi dai nostri problemi e questo riduce la nostra disponibilità per gli altri, inoltre le emozioni negative ci accecano e ci allontanano.
A parte l’ego, ci sono molti altri distorsioni; Il giudizioche è un atto umano che tendiamo a fare aggiungendo un valore positivo o negativo alle informazioni ricevute. Il paragone che automaticamente ci giuda a confrontare la propria esperienza con quella del parlante, e spesso l’altro si sente infastidito.La generalizzazione che sarebbe la propensione della mente ad usare termini generisci nel discorso. L’interpretazione,è una deformazione al significato del messaggio che tende a darci una risposta immediata e automatica … E cosi come ce ne sono anche altri!!
Cosa bisogna ascoltare esattamente?
Ogni messaggio mandato dal mittente ha due componenti; il contenuto, e l’atteggiamento che sottolinea questo contenuto. In molti casi, noi ascoltiamo solamente le parole del messaggio e dimentichiamo di concentrarci sulle intenzioni altrui (il non verbale), che ci danno tante informazioni su quello che la persona ci vuole trasmettere. La verità è che l’insieme delle parole e dei sentimenti o atteggiamenti formano il significato totale del messaggio che dobbiamo cercare di capire.
Spesso, il contenuto può avere molto meno importanza dell’atteggiamento, o addirittura del sentimento che lo esprime. Ogni volta l’ascoltatore deve essere molto attento a catturare l’inteso vero dal messaggio dell’interlocutore reagendo in particolare al suo comportamento perchè le sue parole non sempre dicono tutto. Per esempio, quando la persona esita nel suo discorso potrebbe darci informazioni sui suoi sentimenti. Ed è importante anche fare attenzioneal suo tono di voce; se lo alza in alcuni momenti e lo abbassa in altri, o se tende a borbottare. Tanta gente potrebbe avere confusione, paura o anche altri limiti che le impediscono di esprimersi bene in quello che vuole dirci.
Centrare la nostra attenzione sul non verbale dell’altro ci spiega tanto sulle sue intenzioni ed emozioni. Da qui l’importanza di notare la mimica facciale, il movimento degli occhi, la gestualità insieme al respiro e al movimento delle mani. Tutti questi dettagli hanno specifici significati e aiutano a capire il messaggio incompleto
un’emozione è una scarica di energia psichica, una reazione a una modifica all’ambiente e una preparazione all’azione/reazione. (Ras, P. 2016, P. 32).
L’ascolto attivo nel coachinge la considerazione di alcuni rischi!
“Your client knows best” dice Rogers nelsuolibro Active listening. Il coach ha fiducia e rispetto nei confronti delcliente ritenendolo una persona adulta e completa, consapevole dei suoi azioni.Basando sulle risorse del cliente e la sua capacità di gestire la sua vita, il ruolo del coachèsoltando di accompagnare esupportare il cliente tramite un processo di coaching.
Di conseguenza, il coach consapevolmente sa di non sapere del caso del cliente. Perciò, evita di mettere la sua esperienza personalenel mezzo e violentare la sensibilità della situazione del cliente. Ritiene che fornire ulteriori informazioni o commenti sul caso specifico del cliente, è inutile ed èuna forma delgiudizio chepotrebbe mettereil cliente sulla difensiva o arrabbiarsi e infastidirsi per i quei commenti.La sua forza ed efficacia si manifesta nelcreare uno spazio sicuro e protetto dove il cliente può esprimersi tranquillamete senza paura o preoccupazione. Senza scontrare nessuna resistenza da parte del suo accompagnatore.Il coach, invece, sta li presente per il cliente (in ascolto attivo) ed èin grado di silenziare la mente e mantenersinell’intera sessione senza giudiziovedendo il quadro generale.
Come si dimostra l’ascolto attivo durante la sessione? Nel notare la mimica faciale e il tono di voce del cliente. Cosa trasmette? Che tipo di emozione? Rimandarlo quello che ha notato eripetere le sue parole dopo che sono state menzionate,poi lasciandoli pensare!Anche nel silenzio, il coach dimostra l’ascolto attivo verso il cliente.
Uno dei ingridienti fondamentati èascoltare e notare il proprio dialogo interiore e dove va? O da dove viene per poterlo fermare e rilasciarlo…
Alla fine conclude dicendo …
Quando siamo in silenzio, dobbiamo trovare il modo di far tacere i nostri punti di vista e i nostri pregiudizi, cercando di fare il vuoto dentro di noi per accogliere l’altro, e per offrirgli ospitalità. Infatti, nel momento in cui commentiamo, reagiamo, o prepariamo la nostra risposta, non ascoltiamo più.
L’efficacia di una relazione non si basa sulla quantità di parole rivolte all’altro, ma sulla disponibilità ad ascoltare. Sfortunatamente, ci sono le persone che pensino che comunicare in modo efficace significhi esprimersi il più possibile ascoltando il minimo invece di fare silenzio offrendo all’altro la possibilità di esprimersi nei suoi modi e tempi, permettendogli di riordinare i suoi pensieri e di ascoltarsi.
Nel messaggio, la persona ci trasmette le sue emozioni, i bisogni e i suoi desideri. Quello che l’altro non dice verbalmente non viene nascosto perché il suo non verbale lo rivela.
Sii presente nel momento, ascolta senza pregiudizi e ascolta cosa succede in te…prenditi qualche secondo prima di parlare o fare qualsiasi domanda. Ne vale la pena
Bibliografia
Lugi L., e Mizzau M. (2010), L’ascolto. Societa’ editrice il Mulino, Bologna
Ras P. (2016). L’arte di Ascoltare. Editions Jouvence, Bernex
Rogers C., Farson R. (1957), Active Listening. Martino Publishing (2015), USA
Sclavi M. (2003). Arte di Ascoltare e Mondi Possibili: Come si esce dalle cornici in cui siamo parte. Bruno Mondadori, Milano
Watzlawick P., BavelasJ. and Jackson D. (1967). Pragmatics of Human Communication: A study of interactional patterns, pathologies, and paradox. W. W. Norton & Company, INC. New York. London
[1]Epitteto è un filosofo greco antico, esponente dello stoicismo di epoca romana.
[2]Patrice Ras è un autore di Quaderno d’esercizi per la gestione dei conflitti. E’ un formatore appassionato di psicologis e si occupa dello sviluppo personale fin dal 1993.