A Coaching Power Tool By Andrea Vacciano, Leadership Coach, UNITED KINGDOM
How to Differentiate Leader vs. Follower
Nella lingua inglese è ben specificata la funzione di guida da parte del Leader. Nella lingua italianaquesto aspetto si perde, non si tratta di un errore di traduzione, bensì di una differente interpretazione. Il Leader viene impersonificato nella figura più generale del Capo, di conseguenza il significato della sua funzionerisulta vago, arbitrario e discrezionale.
Per comprendere in pieno la figura del Leader è opportuno chiarire contemporaneamente il ruolo dei Follower, in quanto la volontà dei primi non può realizzarsi se non attraverso la cooperazionedei secondi soggetti,ovvero coloro che accettano di seguire o farsi influenzare dal Leader.
In questo quadro guarderemo allo strumento Leader vs. Follower comparandone gli aspetti comportamentali che utilizzeremo per le riflessioni finali.
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
Se nella percezione comune il Leader è associato alla figura del Capo, è facile intuire come il modello Organizzativo-Aziendale costituisca l’ossatura sociale dominante di riferimento, chepredilige far risaltare la figura deiLeader rispetto a quella dei Follower.
Tale modello ha un forte impatto sociale dal momento che molto di frequente similiatteggiamenti vengono adottati anche oltre l’ambito lavorativo.
A supporto di questa tesi sono gli innumerevoli corsi, workshop, articoli e libri sulla materia:Cosa fa funzionare unbuon Leader.
Al contrario un buon Follower non è quasi mai citato. Le volte in cui la ricerca e la scrittura si è occupata di questi soggetti ha avuto la tendenza a riportare il loro comportamento nel contesto più ampio dello sviluppo delLeader stesso. Di conseguenza, dedichiamo poco tempo a guardare alle caratteristiche specifiche dei soggetti che sono in relazione con i Leader relegandoli genericamente all’ampio spettro dei Follower.
SCELTA DELLA PROSPETTIVA
Quando guardiamo all’atteggiamento dei Leader e dei Follower, quali sono le credenze più comuni che saltano ai nostri occhi?
MA CHE ATTEGGIAMENTO DEVE AVERE UN BUON LEADER?
Sicuramente un buonLeader deveessere organizzato, disciplinato, concentrato e determinato. Inoltre, deve anche essere calmo, umile, rispettoso e compassionevole. Ascolta le preoccupazioni dei collaboratori. Sa vedere il quadro generale così come sa osservare i dettagli su piccola scala. Motiva, comanda e ispirai gruppi.
I Leader lavorano duramente per garantire che coloro che li circondano siano soddisfatti e assistiti. Sono altruisti e disposti a mettere gli interessi degli altri davanti ai propri. Un Leader è una persona in continua evoluzione e facilita il lavoro di squadra al fine di raggiungere l’obiettivo generale.
Insomma, l’elenco potrebbe essere lunghissimo e se aprissimo i canali social a questa domanda chiunque sarebbe in grado di fornire una risposta motivata, anche se non si è Leader. Questo è possibile in quanto i Follower credendosidistaccati dai Leader si ritengono di essere ad una distanza privilegiata di osservazione e, perfettamente in grado di riconoscere sia le caratteristiche già presenti sia quegli atteggiamenti da sempre mancanti in un Leader.
Inoltre, si sentono legittimati dall’affermare chenon tutti i Leader sono buoni Leader, che esistono i Leader burattini, che non tutti i Leader sanno creare altri Leader, che non tutti i Leader sanno creare più Follower.
MA CHE ATTEGGIAMENTO DEVE AVERE UN BUON FOLLOWER?
Probabilmente siamo meno abituati a rispondere a questa domanda e potremmo fare più fatica a trovare dei comportamenti specifici. Il primo punto è che i Leader sono solitamente più impegnati ad elevare i loro skill che a studiare i Follower. Secondo punto i Leader sono meno numerosi dei Follower e può risultare loro dispendioso e dispersivo confrontarsi con un insieme così ampio. Il terzo punto è che neanche i Follower hanno idee chiare in merito, preferiscono attendere l’ispirazione dal Leader piuttosto che stare ad analizzarsi.
A tal proposito il professore aggiunto della Carnegie Mellon Robert Kelley e l’executive coach Ira Chaleff hanno condotto degli studi con lo scopo di classificare i Follower in base a segni distintivi, uscendo dall’omologazione per sfidare e contrastare l’idea comune che i leader siano onnipotenti e importantissimi.
Dai loro studi emergono 5macro-aspetti[1], di seguito sintetizzati:
- I Follower isolati
Sono a malapena consapevoli di cosa sta succedendo intorno a loro e non si preoccupano delLeader. È molto probabile che gli isolati si trovino nelle grandi aziende, dove possono facilmente scomparire nel labirinto di cubicoli, uffici e dipartimenti. Sostengono passivamente e con scarso entusiasmo lo status quo e di conseguenzapossono trascinare verso il basso i loro gruppi o organizzazioni.
- I Follower astanti.
Si fanno deliberatamente da parte e si disimpegnano, sia dai loro Leader che dai loro gruppi o organizzazioni. Possono andare avanti passivamente quando è nel loro interesse farlo e non sono motivati a impegnarsi in modo attivo. I Follower astanti a differenza degli isolati sono perfettamente consapevoli di ciò che sta accadendo intorno a loro; tendono a passare inosservati, scelgono di evitare il rischio di farsi coinvolgere. Un noto esempio sono le persone che si rifiutano di intervenire quando viene commessa un’irregolarità.
- I Follower audaci.
Sono spesso guidati dalle proprie passioni (ambizione, innovazione, creazione, aiutare le persone), non necessariamente dai loro capi.Tali Follower sono molto ambitidai capi e rappresentano dei partner efficaci per i gruppi. Tuttavia, quando disapprovano i loro manager la situazione si complica, vengono messi in discussione dai Leader stessi e dividono il gruppo.
- I Follower che si sentonoLeader.
Sono desiderosi, energici e coinvolti. Hanno un impatto considerevole su un gruppo o un’organizzazione,sono incoraggiati dai loro superiori a prendere in mano la situazione.
Sono spesso nella cerchia ristretta del Leader o del manager, semplicemente perché si può contare su di loro. Sapendo lavorare sodo con i Leader, sanno anche bene come indebolirli e persino spodestarli, per tale motivo sono spesso sotto osservazione dai Leader a caccia di consensi.
- I Follower irriducibili.
Possono essere profondamente devoti ai loro leader, oppure possono essere fortemente motivati a cacciare i loro leader con ogni mezzo necessario.
I Follower irriducibili sono rari; il loro impegno fa sì che emergano solo in quelle situazioni complesse da gestire. Sono disposti, per definizione, a mettere in pericolo la propria salute e il proprio benessere al servizio della loro causa.
In circostanze ordinarie, tali soggetti sono disposti ad esporsi ad elevati rischi e giudizi compromettenti espesso pagano un prezzo elevato per il loro comportamento.
In circostanze estreme i soldati di tutto il mondo, ad esempio, rischiano la vita e l’incolumità fisica nel loro impegno di proteggere e difendere,sono addestrati e disposti a seguire quasi ciecamente gli ordini dei loro superiori, che dipendono assolutamente da loro per portare a termine le missioni assegnate.
APPLICAZIONE AL SÉ
Un campo di gioco alla pari
Alcuni tratti del carattere e della personalità quasi sempre associati all’essere un buon Leader (integrità, intelligenza e giudizio saggio), così come abilità e capacità particolari (comunicazione efficace e processo decisionale) emergono anche nei Follower. E viceversa alcuni caratteri dei Follower sono ampiamente riconoscibili anche nei Leader. Pertanto, siamo sicuri che i profili dei Follower che abbiamo delineato non corrispondano ad altrettanti profili dei Leader?
Dal confronto Leader vs. Follower si delinea una metrica comune e importantissima: il livello di coinvolgimento, che va dal “sentire e non fare assolutamente nulla” all'”essere appassionatamente impegnati e profondamente coinvolti”.
La parametrizzazione individuata è valida indipendentemente dal contesto, è il grado di coinvolgimento di come noi ci affacciamoalla vita, è la misura con la qualedeterminiamo la natura delle nostre relazioni:da superiore o da subordinato, da rassegnato o impegnato, da distaccato o responsabile, da spettatore o player.
Indipendentemente dal fatto di essere un Leader o un Follower come mi comporto nelle comunità che mi accolgono:partecipo attivamente nelle riunioni e nei procedimenti? Dimostro impegno ponendo buone domande e generando nuove idee? Mi comporto come isolato, astante, audace, irriducibile o che altro ancora? E in quale ambito della mia vita adotto comportamenti differenti? Cosa sto ottenendo per me dal mio atteggiamento? Cosa sto ricevendo dagli altri con la mia condotta?
Leader vs Follower: aspetti comuni
Un buon Follower è efficace ed etico tanto quanto un buon Leader, così come un cattivo Leader è inefficace e immorale quanto un cattivo Follower.
Né i Leader né i Follower sono tutti la stessa cosa e non dovrebbero essere trattati come tali. Così come i Leader, anche i Follower, nella misura in cui possono, non mancano di potere ed influenza. Ognuno di noi può fare la differenza nella propria vita, nella propria organizzazione, nel proprio sistema e nella propria comunità, possiamo sicuramente decidere di farla da soli, ma immaginate per una attimo: come sarebbe farla insieme?È tempo di adottare una visione più ampia dei ruoli, che vede Leader e Follower come inseparabili, indivisibili e impossibili da concepire l’uno senza l’altro.
APPLICAZIONE NEL COACHING
La partnership
Ci sono molte tecniche che possiamo usare per aiutare un cliente a preferire l’assunzione dell’atteggiamento diPlayer rispetto a quello di Spettatore.
Un modo è quello di facilitare uno spazio di fiducia in cui nel rispetto del ruolo di Coach e del ruolo di Coachee, entrambe le figure riconoscono di trovarsi sullo stesso piano di lavoro, e inseparabili nello scopo di raggiungere gli obiettivi. Spesso le persone hanno difficoltà a lavorare in presenza di ruoli verticali. Davanti a questa contrapposizione le persone riescono spesso a vedere come hanno loro stesse contribuito a creare la situazione che stanno vivendo. Pertanto, facendo in modo che il cliente si veda come “risorsa” della situazione, gli si permette di fare un grande passo verso l’assunzione di responsabilità.
L’inversione di prospettiva
Questa tecnica permette ad un cliente di sentire la forza/debolezza del ruolo che interpreta. Successivamente, chiedere al cliente di descrivere la situazione come se si trovasse nel ruolo opposto al quale si riconosce e invitarlo a descrivere quali responsabilità vede davanti a sé, e con quale stato emotivo. Inoltre, descrivere quale impatto l’assunzione/rifiuto di un ruolo ha su sé stesso e sugli altri. Esplorare come si sente se fosse responsabile al 100% del suo successo. Far percepire al cliente l’inversione della prospettiva, notando le differenze e i punti di contatto. Infine, verificare quale insegnamento ne sta traendo per sé e quali azioni gli permettono di progredire nel suo obiettivo.
RIFLESSIONI
- Quali sono gli ambiti della vita in cui agiamo come Leader?
- Quali sono gli ambiti della vita in cui agiamo come Follower?
- In quali ambiti siamo Spettori?
- In quali ambiti siamo Player?
- Quale ruolo stiamo Interpretando?
- In qualeatteggiamento/ruolo ci sentiamo a nostro agio?
- Quali rappresentano una sfida personale?
- Cosa succederebbe se scegliessimo di intercambiare i ruoli?
- Come coach, quale nuovo atteggiamento potresti portare nella partnership con il cliente?
- Quali domande potresti porre al cliente per spostare la sua prospettiva ad agire nel pieno dei suoi valori?
References
[1]https://hbr.org/2007/12/what-every-leader-needs-to-know-about-followers