A Coaching Model Created by Lia Ferrario
(Life Coach, ITALY)
to unlock your full potential
Il modello di coaching KEY ha l’obiettivo di accompagnare i clienti nell’affrontare le loro questioni chiave. Il modello si basa sul presupposto che i clienti desiderino raggiungere un livello di consapevolezza che gli permetta di arrivare al nocciolo della questione. Le questioni chiave sono gli elementi che hanno un’influenza sulla nostra possibilità di ottenere i risultati che desideriamo, solitamente convinzioni limitanti o comportamenti automatici dei quali siamo poco consapevoli. Il raggiungimento di una maggiore consapevolezza e la possibilità di osservarsi contribuiscono alla costruzione dell’identità di ciascuno di noi, rimettendo in gioco alcune parte di noi. Ogni percorso di coaching che intenda utilizzare questo modello ha origine in una domanda che stia particolarmente a cuore al cliente, per la quale il cliente sia disposto a mettersi in gioco. È fondamentale stabilire con chiarezza il tema oggetto del percorso di coaching: in quale ambito della propria vita il cliente sente il bisogno di andare a fondo.
L’IDENTITÀ
L’identità ha assunto nel tempo e nelle varie discipline caratteristiche concettuali differenti. L’identità filosofica1 è intesa come la prerogativa di un oggetto o di un soggetto di essere uguale a se stesso e dunque differente dagli altri. Questa definizione di identità è statica, meccanica, ci dice semplicemente, nel caso di una persona, che è lei e nessun’altra. La sociologia prima, e l’etnologia e l’antropologia poi, focalizzandosi maggiormente sulle persone e sulla cultura, hanno rivoluzionato il termine identità, conferendole un ruolo più attivo: l’identità diviene dunque la coscienza e l’idea che un individuo ha di sé. L’antropologia in particolare fa un passo ulteriore: l’identità è la coscienza di sé che permette a un individuo di identificarsi con altri o distinguersi dagli altri. Questa è la definizione di identità che mi interessa maggiormente, poiché lascia spazio all’intenzionalità e all’evoluzione. Nel processo di definizione di sé la persona ha un ruolo attivo, la coscienza e l’idea di sé abbandonano la staticità filosofica e si evolvono nel tempo, in relazione alla crescita della persona, ai cambiamenti che la interessano sia individualmente che nel suo ambiente2, ma anche (e soprattutto) in relazione alle scelte che la persona decide di fare. Come coach ho scelto di lavorare su questo aspetto con i miei clienti: le scelte che possono fare per costruire la propria identità ideale. Un modello di coaching dunque che mira ad indagare le caratteristiche dell’io soggettivo del cliente e a metterle in relazione con l’esterno, con gli obiettivi, le relazioni, le situazioni nelle quali il cliente si muove o desidera muoversi.
IL MODELLO KEY
Il modello KEY è stato creato a partire dal mio modo di lavorare come coach, la mia scelta e la mia propensione ad indirizzarmi verso le questioni chiave dei miei clienti. Il mio cliente ideale desidera trovare risposte a domande che si fa da tempo, domande che abbiano una matrice comune, che vada ad indagare il ‘Chi sono io? Come sono io? Perché questo genere di eventi capita a me? Perché non riesco ad ottenere ciò che desidero?’
Ogni cliente ha, come punto di partenza, una domanda impellente a cui dare una risposta, tendenzialmente una domanda che mina la propria idea di sé e alla quale ha timore di trovare risposta, ma allo stesso tempo ne sente fortemente il bisogno. La metafora che più si adatta al mio modo di lavorare è pensare alla questione chiave come ad una porta chiusa da una serratura, ed alla domanda come la volontà di aprirla. Ogni serratura è unica, così come è unica la chiave che la può aprire, ed ogni percorso di coaching si configura come un percorso di ricerca e costruzione di quell’unica chiave che può aprire quell’unica porta, spalancando il proprio potenziale che dietro a quella porta è celato. Il punto focale del percorso di coaching è proprio visualizzare ciò che aspetta il cliente al di là della porta, costruire un percorso a partire dall’apertura della porta, che sia un nuovo inizio.
KEY STEPS
Il primo step è dunque la definizione chiara della QUESTIONE CHIAVE del cliente, ovvero la porta da aprire. In questa fase ogni cliente espone ciò che sente sia rilevante al percorso di coaching, elementi di contesto, qualche elemento della propria storia, ciò che sente e prova in relazione alla questione chiave, le proprie emozioni. Una volta definita la questione, si passa a definire con specificità l’OBIETTIVO CHIAVE che il cliente desidera raggiungere con il suo percorso di coaching, ovvero cosa c’è oltre la porta chiusa. Per definire l’obiettivo chiave si esplorano i desideri, le aspettative, il tipo di persona che si vuole diventare. Si definisce la misura di successo, ovvero quando il cliente saprà di aver raggiunto il suo obiettivo, e i cambiamenti che esso porterà. È questa la fase in cui si esplora l’identità attuale e l’identità ideale, ed in cui si stabilisce la fiducia che il cambiamento sia effettivamente possibile. Questa prima fase è essenziale, e va gestita con molta cura. È sulla base di queste definizioni che il coach e il cliente si muovono nella co-creazione di un percorso ad hoc sulle esigenze del cliente per trovare le risposte di cui ha bisogno.
Il secondo step è l’esplorazione, ovvero la ricerca del tipo di chiave che potrebbe aprire quella porta. L’obiettivo di questa seconda fase del lavoro è prendere consapevolezza delle dimensioni, delle caratteristiche, delle implicazioni, delle ramificazioni, la portata, il valore e il significato della questione chiave attraverso l’ESPLORAZIONE DEI PUNTI CHIAVE. Ogni cliente lavora su questo punto in modo unico e personale, esplorando il contesto e la situazione che vorrebbe cambiare, visualizzando il cambiamento, esplorando se stesso e la versione di sé che vede realizzata attraverso quel cambiamento. Esplora i propri sentimenti e le proprie emozioni, definisce ciò che ha bisogno per operare quel desiderato cambiamento. Esplora i propri valori, connettendoli con ciò che vorrebbe cambiare, per sostenere il processo di cambiamento. Il coach lavora con molti strumenti diversi in questa fase, dando la possibilità ad ogni cliente di esplorare i punti chiave a modo suo, seguendo il percorso che il cliente stesso traccia e aiutandolo ad andare a fondo degli aspetti più rilevanti con domande mirate.
Il terzo step è la presa di consapevolezza che emerge dall’esplorazione, il momento in cui emergono le SCOPERTE CHIAVE. In questa fase il coach supporta il cliente nella razionalizzazione di ciò che è emerso, proponendo domande che aiutino a fare un passaggio tra ciò che il cliente ha portato alla luce dandovi un significato relativamente alla questione chiave. Questa fase ha lo scopo di aiutare il cliente ad unire i puntini, e a trasformare ciò che ha scoperto di sé e della propria questione chiave in una nuova prospettiva per approcciare il cambiamento desiderato. È la fase in cui il cliente definisce con chiarezza la chiave che aprirà la porta, che caratteristiche ha.
Il quarto step è la definizione del piano di azione, ovvero le AZIONI CHIAVE che il cliente decide di intraprendere per operare il cambiamento. È il momento in cui il cliente decide come aprire la porta, cosa fare una volta che la porta è aperta. Il cliente abbraccia il cambiamento, stabilisce tempi e modi con cui agirlo, rafforza ciò che ha a disposizione per sostenere il proprio processo e si interroga su come aggirare o affrontare gli ostacoli che potrebbero metterlo in difficoltà. Il piano di azione si costruisce sulle azioni chiave, stabilendo con cura e attenzione tempi e modi di azione, e studiando strutture di supporto per mantenere alta l’energia e l’entusiasmo nell’applicazione del piano di azione.
Il quinto ed ultimo step è la celebrazione dei RISULTATI CHIAVE del percorso di coaching. Attraverso un monitoraggio costante delle azioni del cliente il coach incoraggia lo stesso a celebrare il proprio operato, riconoscendosi il lavoro fatto, le proprie competenze messe in atto per arrivare ai risultati che si era prefissato e la nuova consapevolezza di sé che emerge nel percorso.
Proprio come nel gesto di aprire una porta, così in questo modello di coaching è di sostanziale importanza l’intenzionalità del cliente, la sua volontà di impegnarsi nella ricerca della giusta chiave e ottenere il risultato prefissato attraverso la cura e l’attenzione verso le proprie azioni. Permette al cliente di allineare davanti a sé i proprio desideri, le proprie convinzioni e tutti quegli elementi che possono influire, positivamente o negativamente, sull’ottenimento dei risultati. L’esplorazione aiuta a valutare con oggettività gli strumenti utili e quelli invece controproducenti, e di ristabilire un equilibrio tra i propri desideri e la pianificazione delle proprie azioni, per giungere infine ad una presa di consapevolezza relativa alla propria identità individuale, a come essa possa mutare e adattarsi ai cambiamenti desiderati.
KEY ACHIEVEMENTS
Le fasi del modello KEY non sono necessariamente intese in un percorso lineare, ogni sessione di coaching ne contiene diverse a seconda delle esigenze del cliente, e lo scopo primario del percorso è che il cliente arrivi alla fine delle sessioni sentendo di non avere più necessità del coach, avendo interiorizzato il modello. La chiusura del percorso è un altro momento essenziale, durante il quale il coach e il cliente hanno consapevolezza di aver raggiunto l’obiettivo prefissato nel rispetto delle esigenze e delle modalità di lavoro del cliente, che si sente sereno e pronto per interrompere il percorso insieme.
Alla base del modello KEY vi è la totale fiducia del coach nei confronti del cliente, nelle sue competenze, nelle sue capacità e nelle sue scelte. Il cliente ha la consapevolezza di essere accolto nella sua totalità, di poter esprimere tutto ciò che sente e di potersi affidare umanamente al coach senza ricevere giudizi e senza essere indirizzato verso scelte che non sente sue. La partnership che si crea tra cliente e coach si basa sul desiderio di entrambi di giungere agli obiettivi prefissati e sulla totale disponibilità del coach a procedere secondo i tempi e i modi del cliente. Il coach deve essere trasparente con i propri clienti, esprimendo ciò che sente e osserva con curiosità, attenzione e delicatezza, avendo cura di osservarsi nel processo per riconoscere ciò che è effettivamente utile al cliente e ciò che in quel momento meglio serve l’obiettivo del cliente stesso.
Resources:
1 A partire dal termine idem, ‘stessa cosa’, derivante dal greco tautotes
2 La definizione di ambiente può variare dall’ambiente domestico alla politica globale a seconda delle persone